La cultura che rigenera è un nuovo modo di intendere la cultura. Non quella classica, bensì quella urbana. Quella delle città, degli spazi che ritornano in vita. Che cambiano abito, ritrovando così un volto nuovo. In tutto il nostro paese si sta ormai diffondendo l’idea che prima di costruire, ex novo, bisogna recuperare l’esistente. Bisogna lavorare affinché quanto già è presente nel tessuto urbano, possa essere convertito. Riutilizzato, adattato, rivissuto.

Sei esempi di rigenerazione urbana

Un tema sempre più diffuso e sempre più al centro anche delle attività delle associazioni e delle amministrazioni territoriali. La cultura che rigenera è vista ormai come una necessità e non solamente per motivi economici. Anche, proprio, per un fattore culturale. Chiedere, ad esempio, alla Fondazione Unipolis che, con il contributo della Direzione generale Arte e Architettura contemporanea e periferie urbane del Mibac, ha messo a disposizione 450 mila euro. L’obiettivo è selezionare sei progetti di rigenerazione urbana, all’interno di questo progetto denominato “Culturability 2018”. Idea che piace quella di recuperare spazi dismessi, tanto che sono arrivati qualcosa come 341 proposte. Alla fine la commissione valutatrice ne ha selezionati sei. Quali? Vediamo subito. Progetti che rappresentano anche degli interessanti esempi applicabili pure in altre parti d’Italia. A Cerreto Sannita, in provincia di Benevento, ad esempio, un ex convento delle clarisse verrà trasformato in un centro culturale. Ibrido ed inclusivo.

La cultura che rigenera ad ogni latitudine

A San Vito dei Normanni, in provincia di Brindisi, invece, c’è un progetto per dare nuova vita ad un ex stabilimento enologico. Che grazie all’iniziativa “Da grande sarò un teatro!” darà alla comunità di quella zona un nuovo teatro gestito in maniera condivisa. Un altro esempio arriva da Modena. Dove il progetto “Fare scuola” si ispira all’insegnamento di Cesare Leonardi nel Villaggio Artigiano modenese. La cultura che rigenera, poi, troverà spazio anche a Torino. Dove nell’ex imbarco sul fiume Po troverà spazio un nuovo polo culturale. Spostandosi in Sardegna, invece, è l’antico complesso minerario dell’Argentiera ad essere al centro di un progetto di recupero. Spazio Franco, invece, sarà un polo culturale che si vuole far sorgere nella zona dei Cantieri della Zisa di Palermo.

 

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