Caccia ad un marketing estremo. Sempre più estremo. Spingersi verso il limite. E forse forse, anche superarlo. Ma, sentendo molti degli esperti del settore, ormai è una necessità. Spingere a tavoletta verso un marketing estremo che stupisca sempre di più, che coinvolga sempre di più. Che colpisca forte come un pugno nello stomaco.

I perché di un marketing estremo

Perché se ti fai ricordare allora hai fatto bingo. Dicono sempre questi esperti. Anche a costo di far male ad alcune fasce di clienti. Anche a costo di critiche e lamentele. Questo è il marketing estremo bellezza. Questo è quello che il frenetico mondo degli anni Duemila e spiccioli vuole. Questo è quello che vuole la gente, bellezza. Ma questo è quello che vuole la gente oppure quello che noi diciamo che la gente vuole? E per noi intendo tutti coloro che nella loro giornata si occupano di marketing e comunicazione. Più che una reale necessità di essere stupito, di essere colpito. Di essere all’improvviso rianimato dal proprio torpore serale sul divano. Si tratta della necessità di essere più visibile dei propri competitor. Un tempo, infatti, il flusso di messaggi promozionali che raggiungeva il potenziale cliente era decisamente inferiore rispetto ad oggi. Adesso, invece, sui mezzi di comunicazione così come nella vita quotidiana, tutto può diventare occasione di promozione, di marketing. Anche di marketing estremo.

E domani verso quali limiti?

Ecco allora che all’interno di questo fiume in piena di messaggi bisogna risaltare, farsi vedere, mettersi un po’ in mostra. Ed allora si osa, verso i limiti. Per cercare di fare breccia nella memoria di chi sta a guardare. Facciamo un po’ di esempi pratici? Una nota linea di vini che un paio d’anni fa sulla propria etichetta ha messo delle immagini sexy, erotiche, per attirare un po’ i clienti. Una arci-nota casa di produzione cinematografica americana che si è inventata un sito di informazione fasullo per dare news bomba continue sui film prodotti o sugli attori protagonisti. Una nota bevanda energetica austriaca che sponsorizza eventi ed imprese estremi. Sulla neve, sul ghiaccio, in mezzo al fuoco… L’importante è stupire, piazzare il colpo. Dare al proprio messaggio una cassa di risonanza enorme. L’unica domanda è: chi imposta il limite per il marketing estremo? E chi lo sposterà poi, sempre più avanti, con il passare del tempo? Con il tempo che passa e con l’inevitabile cambiamento di sensibilità e misure, siamo sicuri che un giorno questo limite non vada troppo verso l’orizzonte?

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