Il tema della privacy sui social network è stata spesso al centro di tante discussioni. A volte anche di scandali o di situazioni poco chiare. Ma a parte il comportamento, in alcune circostanze, delle aziende, ognuno di noi è chiamato a rispettare determinate regole sui social. La difesa della propria privacy sui social network parte dall’utente stesso. A volte pubblicando alcune fotografie o video sulla Rete non si commettono reati penali. Ma ci possono comunque essere delle conseguenze civili. Oppure si possono esporre a dei rischi concreti i soggetti delle fotografie o dei video.

Quando si sfocia nel penale

Il caso estremo è dato dalla pubblicazione, senza consenso dell’interessato, di materiale nel quale il protagonista si senta danneggiato. Questo perché andrebbe dritto contro il Codice della privacy 2003, che sancisce come serva il consenso del diretto interessato per pubblicare un’immagine. Un esempio pratico? Classica serata estiva fuori con gli amici, qualche birretta o qualche alcolico di troppo ed un membro del gruppo si lascia andare a comportamenti non propriamente da collegio svizzero. Nulla in sé magari, nulla di grave o di illegale. Ma una fotografia o un video nel quale l’interessato non ci fa una grande figura. Pubblicandola su un profilo aperto e quindi “a rischio” di essere visto da familiari, amici, colleghi e datori di lavoro, si compie un illecito. Perché questa persona potrebbe essere danneggiata da questa pubblicazione. Un errore che la legge sulla privacy condanna con una pena di reclusione dai 6 ai 18 mesi. Ma non basta solo un po’ di accortezza in più.

Occhio alla privacy sui social con i minorenni

Anche e soprattutto quando si parla di bambini. Perché pubblicare fotografie anche dei propri figli è un rischio. E non solamente per i malintenzionati che scandagliano la rete. Ma perché per pubblicarne le foto, da maggiorenne, serve il suo consenso. Mentre nel caso di un figlio minorenne, oltre all’autorizzazione di ambedue i genitori, bisogna anche essere certi che l’immagine in questione non “metta a rischio la dignità del bambino”. Pubblicando materiale nel quale giovani o giovanissimi vanno oltre le righe, con comportamenti lesivi alla propria dignità o reputazione sociale, si rischia il penale. Senza considerare i pericoli del cyberbullismo. Soprattutto nel caso di materiale fotografico o video di minorenni in atteggiamenti intimi e diffusi poi sul web. Ma oltre ad una grande attenzione verso quello che si pubblica, per la privacy sui social network bisogna anche vincere la propria curiosità. È, infatti, illegale consultare email, gallery fotografiche e video e documenti dello smartphone di altre persone. Fosse anche quello del proprio compagno o marito. O compagna e moglie, ovviamente.

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