Checché se ne dica va bene per le pubblicità in tv. L’importante è che se ne parli. Un concetto che Oscar Wilde aveva già espresso nel suo mitico “Il ritratto di Dorian Gray”. Ma è ancora così oggi? Soprattutto nel campo del marketing e della pubblicità in tv, vale ancora il detto “nel bene o nel male, purché se ne parli”. Sì, no, beh, insomma, forse… Di risposte a questa domanda ne sentirete a migliaia e di ogni sapore. Una domanda però ve la poniamo noi: se un amico, un conoscente, vi dicesse che in quel determinato ristorante si mangia male voi ci andreste? Se vi dicesse che quella particolare macchina va male, consuma tanta benzina, fatica in salita… la comprereste?

La pubblicità in tv: anche parlarne male?

Forse più no che sì. O forse dipende da quanto vi fidate della vostra cerchia di amicizie. Ecco perché quando si dice allo spot del Buondì – tanto criticato ad ogni latitudine – che alla fine va bene così perché tanto se ne parla, forse forse tanto vero non è. Si ok, è vero, mai come prima d’ora Buondì era finito sulle pagine dei giornali per questo asteroide che si abbatte sulla povera mamma. Ma se in queste paginate di giornali ci sono critiche, fior fiore di esperti che protestano o smontano questo spot, anche questa è pubblicità che fa bene? Anche questi pareri, queste parole, aiuteranno Buondì ad aumentare la propria quota di vendite? Oppure fra un po’ di tempo, se questo tam tam continuerà, arriverà anche l’effetto “stufa”. Ovvero, se ne sarà parlato e visto così tanto di questo spot che il consumatore medio si sarà stufato e si sarà gettato su altre merendine. Per quest’ultimo aspetto ai posteri l’ardua sentenza.

Un meteorite sugli stereotipi della pubblicità in tv

Quello che sicuramente, ad oggi, va dato merito al Buondì è di aver finalmente chiuso una pagina di storia della pubblicità in tv e del marketing in Italia. Ovvero quello che solamente le immagini familiari, rassicuranti, tranquille – per intenderci alla Mulino Bianco – avevano presa sul grande pubblico. Chi legge o chi sta davanti alla tv non è scemo. Le immagini e gli storyboard smielati, da lacrimoni, difficile abbiano ancora presa in un’Italia fatta anche ormai di famiglie allargate, di nuovi “amici di mamma” o “nuove amiche di papà”, di un weekend con un genitore ed un altro, di famiglie composte da una o due persone. Ed anche tutti loro consumano regolarmente biscotti per la colazione, merendine e simili, senza bisogno di presentarli in televisione come il collante della famiglia. Come un prodotto che pone un’aura magica alla famigliola perfetta mamma, papà, bimba, bimbo ed un cane. Il vero colpo da novanta del Buondì con questa sua pubblicità non è stato aver fatto cadere un meteorite su una mamma. È aver tirato un meteorite contro lo stereotipo delle pubblicità in tv smielate e strappa-lacrimuccia che da secoli promuovono questi prodotti per famiglie. Per tutti i tipi di famiglie del 2017.

 

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