Un logo aziendale è molto più di un semplice “disegno”su carta intestata o biglietti da visita. Oggi il logo aziendale è, sempre più, una seconda pelle. Un’immagine capace di trasmettere più di mille parole. Capace di sintetizzare lo spirito di ogni impresa. O, almeno, così dovrebbe essere.

I perché di un logo aziendale che funziona

Invece troppo spesso viene considerato un discorso di serie B. Una cosa non urgente e non indispensabile. Ma la realtà è esattamente all’opposto. Perché un logo creativo ma semplice, di facile comprensione e che resta bene impresso nella memoria, può più di una brochure di cento pagine. Soprattutto sul pubblico medio. La forza di un brand, di un marchio, sta anche nella sua capacità di farsi amare ed apprezzare. E cambiare o modificare un logo ci sta, ogni tanto un refresh è utile, ma senza perdere lo spirito profondo di un marchio. Ovvero senza perdere le sue caratteristiche storiche, ad esempio. Nel caso di un logo che dura da anni ed anni. Oppure senza perdere i suoi elementi identificativi dall’altra. McDonald, per fare un esempio pratico, non rinuncerà mai alla sua grande M colorata. Anche perché farlo sarebbe un autogol clamoroso.

Valorizzare la propria identità

Si perderebbe quell’immediatezza, quel pensiero che nasce spontaneo nella mente dei consumatori ogni volta che si vede la grande M su sfondo rosso. Facciamo un esempio pratico. La Shell ha modificato il proprio logo dieci volte in 99 anni. Fra il 1900 ed il 1999. Eppure non ha mai pensato lontanamente di togliere la conchiglia gialla e rossa dal proprio stemma societario. Graficamente aggiornato di continuo, reso sempre più al passo con i tempi e facilmente utilizzabile. Ma il logo aziendale è rimasto fedele a sé stesso. Come costruire, quindi, un logo aziendale efficace? Se si è un’impresa con una storia, un passato, un radicamento, basta pensare ad un restyling grafico. Senza bisogno di stravolgere tutto, ma apportando quelle modifiche che possano tenere il logo moderno ed accattivante.

E se si parte da zero?

Diverso è se, invece, si parte da zero o quasi. Se si vuole realizzarne uno nuovo oppure se si opta per un profondo restyling. Così da accrescere il proprio appeal sui mercati. Ci si focalizza subito su cosa il proprio marchio vuole trasmettere. Se realizzarlo inerente alla propria attività produttiva, oppure alla propria sede di lavoro. Oppure se puntare a qualcosa di più immediato impatto grafico. L’importante è che su questa scelta poi si costruisca anche una campagna di promozione e marketing pensata anche per valorizzare il nuovo brand.

 

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