Se le tradizioni popolari vanno alla conquista del mondo… Ci sono contesti nei quali la cultura riesce a ritagliarsi spazi impensabili. E, soprattutto, contesti nei quali farsi conoscere ed apprezzare anche da mondi lontani. Perché fra la Puglia e la Corea del Sud ci sono migliaia e migliaia di chilometri. Ma grazie alla cultura questi sono diventati pochi centimetri. Perché proprio la Corea, nelle scorse settimane, ha potuto toccare con mano una delle più sentite, radicate, vere, tradizioni pugliesi. Ovvero: la taranta.
Le tradizioni popolari in Corea
Questo perché l’orchestra della Notte della Taranta nello scorso mese di febbraio fu invitata a PyeongChang per le Olimpiadi invernali ospitate dal paese orientale. Pizziche inebrianti e ballate pop hanno fatto capolino sul palcoscenico dell’Olympic Festival Park lo scorso 23 febbraio, prima di replicare il giorno dopo alla Biblioteca Starfield di Seul. Portando così nel cuore dell’Oriente una spruzzata di Mediterraneo. La scelta degli organizzatori a cinque cerchi è stata quella di portare in un evento colleterale alle Olimpiadi invernali una delle tradizioni popolari italiane più sentite. Allora non stupisca che a pochi passi da trampolini ed anelli per lo sci di fondo, si trovino balli e pizziche. Perché per la cultura e per le tradizioni popolari avere a disposizione palcoscenici diversi è fondamentale.
Meglio la pizzica della Pausini
Portare in questa occasione Pausini, Bocelli o altri grandissimi interpretati internazionali della musica italiana non avrebbe avuto lo stesso senso. Perché Pausini, Bocelli o altri hanno dei canali di comunicazione e promozione già a livello internazionale. La volontà di puntare, invece, su una realtà che in Italia è amata ed apprezzata ma che in Corea è, ovviamente, sconosciuta è stata una scelta ben precisa e ponderata. Che permette anche a queste realtà culturali di costruirsi dei canali di comunicazione e promozione inattesi. Anche perché per riuscire a “colpire il bersaglio”, scusateci Pausini, Bocelli & company, l’orchestra della Taranta è una carta vincente.
Colpire con il “glocal”
Popoli, realtà e culture così lontane da noi sì sono certamente colpiti dagli interpreti del bel canto piuttosto che dai grandi artisti italiani. Ma per far sì di colpirli davvero, di stimolare fino in fondo la loro curiosità ed il loro interesse, bisogna puntare su qualcosa di più “verace”. Qualcosa di molto tradizionale, di particolare, di diverso da quello che, appunto, possono sentire, vedere o leggere attraverso i grandi canali di comunicazione e promozione. Ben venga allora la scelta di far scatenare il pubblico coreano con la pizzica.
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