A coniare il termine di “rock demenziale” fu proprio lui. Freak Antoni, nel 1978, uno dei precursori di questo genere musicale. E culturale. No no no, vietato storcere il naso in questo caso. Perché quando si parla di rock demenziale si parla anche di cultura. Prima di tutto chiariamo che cosa si intende con rock demenziale. È un modo per sintetizzare quel movimento musicale partito negli anni Settanta, che punta su testi surreali, comici ma a volte anche molto identificativi.
Un cammino partito negli anni Settanta
Un movimento che ha saputo crescere costantemente durante i decenni. Arrivando a conquistare un posto molto rilevante nello scenario musicale italiano. Ma perché parliamo di cultura quando parliamo di questo genere? Ma avete mai provato ad ascoltare alcuni testi? O, meglio, in alcuni brani siete andati oltre le risatine e ascoltato davvero il suo significato? Perché dietro alla leggerezza spesso si nascondono messaggi importanti. Di quelli che la cultura, quella che nei salotti è considerata con la C maiuscola, porta con sé. Messaggi di pace, amore, fratellanza. Messaggi di condivisione. Appunto, messaggi. Un appassionato amore per la vita condiviso da tantissimi di questi artisti. Da Freak Antoni, fondatore degli Skiantos, una delle prime band a sdoganare il genere, fino agli Elio e le Storie Tese. Senza dimenticare esponenti come gli Squallor, i Teobaldi Rock di un giovane Luca Carboni, i Supercircus di Andrea Mingardi, gli Stormy Six, i Camaleunti, Persiana Jones e le Tapparelle maledette fino alle Trombe di Falloppio ed ai Gem Boy.
Il rock demenziale ed i suoi messaggi profondi
Con diverse sfaccettature e con differenti volontà di comunicare, il rock demenziale si è fatto genere capace di attirare le masse. Passando dall’essere suonato in piccoli scantinati o in locali di periferia, al palco di Sanremo. A riempire stadi e teatri. Perché va a solleticare quelle corde dell’animo umano che necessitano di leggerezza, di spensieratezza. Ma anche di dire le cose “trincerandosi” dietro il sorriso. Con una capacità, ovvero quella – fra il dissacratorio ed il romanzesco – di parlare di argomenti differenti con il sorriso sulle labbra. Andando a parlare di argomenti non semplici da trattare, come l’aborto, la pornografia o il consumo di droga. Ha ragione l’artista Daniele Rossi, autore della dissacrante statua dedicata a Freak Antoni a Bologna. Che ai piedi di questa statua, con l’artista rappresentato su un water razzo che punta verso le stelle, ha inciso una scritta. “Distribuì cultura a palate”. Attraverso il rock demenziale.
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