Anche le città rischiano di perdersi. Il recupero degli spazi urbani diventa una vera e propria nuova cultura di come vivere le città. Un balzo culturale diventata non solamente una necessità nel mondo di oggi. Ma anche e soprattutto il modo giusto di vivere le città e le comunità. Il tempo che passa ha, inevitabilmente, portato tanti angoli di diverse città italiane a perdere slancio. A perdere il proprio tessuto, la propria comunità. Per mille e più motivi diversi. Il discorso di fondo che sta alla base del recupero di spazi urbani non è economico. È, soprattutto, sociale e culturale.

Far rivivere angoli di città ed interi quartieri

Perché l’idea del “ormai lì quel posto è morto, spostiamoci ed aspettiamo che muoia definitivamente” è ormai impraticabile. Perché ricominciare da zero, ricostruire un luogo – fisico e come comunità – dal nulla o quasi è davvero un’impresa. Economicamente in prims. Ma anche per costruzione di relazioni e di un tessuto sociale. Di quelle relazioni fatte fra residenti, commercianti ed operatori. Ricominciare da meno di zero è sempre difficile, oltre ad essere un lavoro particolarmente lungo. Da qui – e non solo – inizia il concetto di recupero di spazi urbani. Ovvero prendere angoli di città che soffrono e cercare di ridare loro vita. Ridisegnandoli, riformulandoli, riempiendoli di nuovi contenuti e nuove attività. Una specie di elettroshock. Per cercare di ricalibrare quartieri, spazi, angoli, ex fabbriche o poli industriali. Dando loro nuova vita.

Il recupero degli spazi urbani: un lavoro su misura

Chiaro, per ognuna di queste realtà bisognerà compiere un lavoro praticamente su misura. A partire da un lavoro di studio e di esame. Sulla situazione attuale del sito, sulla condizione dei fabbricati, su eventuali strutture presenti o meno. Così da studiare un percorso ad hoc per il loro recupero. Che parta dal passato ma punti al futuro. Pensando sempre: come questo quartiere, questo spazio, può rivivere? Cosa potrebbe trovare posto qui che sia una risorsa per l’intera città e la comunità? Un sito industriale può essere riconvertito. Un quartiere in abbandono può diventare un luogo per mini appartamenti per universitari. E questi sono solo esempi di interventi del genere svolti in Italia. Proprio perché il riqualificare l’esistente, lo sfruttare al massimo tutto ciò che già c’è senza dover ricostruire da zero, è ora un prezioso lavoro. Prima di tutto culturale.

 

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