Volendo sintetizzare si può dire che, ormai, anche le tette hanno stancato. Parlando di marketing, si intende. Un pochino anche il nudo nel marketing ha stancato. Perché ormai anche il nudo o il doppio senso a sfondo sensuale, diciamocelo, hanno ormai stancato. Ormai non si può più pensare che mettere su un cartellone pubblicitario o su una pagina web una bella figliola in abiti succinti o senza nemmeno quelli sia fare marketing. Lo era qualche bel tempo fa, quando il massimo della trasgressione era guardare dal buco della serratura l’amica che si cambiava (Pierino docet). Adesso le cose sono profondamente cambiate. Adesso, con la facilità di accesso alle informazioni che ci sono, basta un pc o uno smartphone per vedere ben più di quello che si intravede dal buco della serratura. Il nudo non “fa più notizia”, figuriamoci il nudo nel marketing.

Nuove vie oltre al nudo nel marketing

Ed allora non possiamo pensare che un potenziale cliente sia stimolato ancora da doppi sensi, maliziose immagini o sorrisetti ammiccanti. Per non entrare poi nel discorso mercificazione del corpo femminile… Perché la stessa cosa vale anche al maschile. Non basta un bel ragazzone in mutande per far parlare di sé. Serve andare oltre. Anche nella promozione e nel marketing di quei prodotti come, ad esempio, l’intimo. Quelle categorie merceologiche per le quali è più facile vedere i sopracitati abiti succinti o una tartaruga in bella vista. La sola bellezza, ormai, non basta. Perché con il surplus di messaggi analoghi presenti sul mercato quello dell’avvenenza fisica non è più una discriminante. Prendere la modella o il modello più bello non è affatto sinonimo di obiettivo raggiunto. Serve pensare ad andare oltre. A concepire campagne di comunicazione e marketing che vanno oltre alla pelle nuda. O che, almeno, uniscano la bellezza fisica ad altri messaggi, utilizzando l’ironia piuttosto della sagacia, la perspicacia piuttosto della voglia di osare.

Se maggiorate o tartarughe non bastano più

Appendere nei tabelloni delle fermate degli autobus di mezza città una bella figliola in costume da bagno e sguardo ammiccante e basta ok si farà guardare. Per non parlare in senso stretto di nudo nel marketing, ovvero andare direttamente sul “come mamma l’ha fatta/o”. Ma il passante guarda lei (o lui), non quello che indossa o la marca pubblicizzata. O, almeno, una grande percentuale di chi guarda dopo dieci minuti nemmeno si ricorderà più della marca promossa. Si ricorderà solo che a quella fermata si vede una signorina in bikini succinto. Ma se, invece, il messaggio contemplasse anche una modella con il bikini da promuovere ma in un contesto più articolato, più dinamico, allora si stimolerebbero anche le celluline grigie del cervello oltre ad altre parti anatomiche. Ed a quel punto sarà più facile che il prodotto proposto resti bene in mente. Andando oltre alle tette, oltre al nudo nel marketing, si può arrivare anche alle stelle.

 

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