Durante l’ultima giornata del World business forum organizzato da Hsm, società specializzata in executive education, Kevin Roberts, il numero uno di Saatchi & Saatchi una delle agenzie pubblicitarie più famose al mondo, afferma che dopo Dio e Marx anche il marketing è morto.
I marchi vivono in comunità fatte di persone, che comunicano tra loro attraverso il passaparola», ha dichiarato Roberts, «da qui l’importanza delle pianificazioni virali e la trasformazione dei marketing manager in connector». Il nuovo compito principale dei professionisti del branding è “mettere in rete le persone. Se essi riescono a costruire connessioni, solo allora acquisteranno potere. L’era delle marche che dettano al consumatore cosa fare è finita”.
Fare rete è la cosa più importante e cosa ancora più importante è riuscire ad emozionare.
Roberts sostiene che marketing, strategia e management sono oramai concetti superati. La vera sfida è riuscire a generare dietro al proprio marchio un movimento fatto di soggetti accomunati dagli stessi valori e dalle medesime passioni.
Basta anche con le definizioni business-to-business o business-to-consumer, oggi vale solo la formula people-to-people “l’attrazione e l’interazione diventano così gli elementi più importanti di una strategia aziendale». E i consumatori si attirano offrendo loro sogni ( tema sul quale Roberts ha già scritto il libro Lovemarks e su cui presenta ora il seguito Effetto lovemarks). A conferma l’’80% delle decisioni di acquisto sono emozionali.
“Sono i sentimenti che spingono i clienti all’azione”, sottolinea Roberts. “Le aziende devono, quindi, creare un sogno intorno ai propri prodotti e poi spingere le emozioni fino in fondo al grande pubblico”.
«Se i professionisti delle marche fanno rete», conclude Roberts, «hanno bisogno poi di ricondurre a loro il business cui hanno dato il via. Lo possono fare tingendo di mistero, intimità e sensualità i loro brand». In questo modo, secondo l’a.d. di S & S, «ogni prodotto diventa insostituibile per il consumatore, perché quest’ultimo si affeziona a quello che possiede. Non perché il prodotto sia davvero insostituibile».
Lo sono una dimostrazione di ciò l’iPod e l’IPhone di Apple, esistono prodotti tecnologici simili ma pochi consumatori farebbero il cambio, visto questi oggetti sono la porta d’ingresso verso la comunità della mela e di tutto quello che rappresenta. Appunto creatività, emozione e innovazione.
E voi cosa ne pensate?
Fonte www.primaonline.it