In inglese si chiama Gdpr, ovvero General Data Protection Regulation. E sarà una parolta che, a breve, sentiremo pronunciare molto spesso. Questo perché nel giro di una decina di giorni il Gdpr, in italiano tradotto come Regolamento generale sulla protezione dei dati, entrerà in vigore. In pratica si tratta di un nuovo regolamento sulla privacy.

Gli strumenti del Gdpr

Che fornirà all’utente nuovi strumenti per difendere le proprie informazioni personali sul web. Si tratta di un regolamento Europeo e, come tale, obbligatorio in tutti gli Stati dell’Unione ma finora solamente 4 paesi su 28 l’anno già recepito ed attuato. Al di fuori di Slovacchia, Svezia, Germania ed Austria, gli altri paesi dovranno mettersi in regola presto. Anche perché la data per la sua entrata in vigore è, praticamente, fra una manciata di giorni: il prossimo 25 maggio. Dopo essere stato approvato dall’Europa il 27 aprile del 2016. Attraverso le nuove norme molte cose cambieranno nelle regole di tutela della privacy, portando così social come Twitter, Facebook o Instagram ad adeguarsi. Attraverso il Gdpr si riorganizza la gestione dei dati personali uniformando le diverse leggi.

Cambiamenti in vista per i social

Il concetto di base è permettere a tutti i cittadini di avere il pieno controllo delle informazioni che li riguardano. Questo venendo informato di tutto ciò che concerne i propri dati e debba dare una esplicita autorizzazione su raccolta e trattamento degli stessi. Il Gdpr tutela non solamente dati sensibili quali indirizzo, email o altro, ma anche dati profondamente personali. Da informazioni relative alla salute a dati biometrici, fino a quelli genetici. Inoltre ogni utente dovrà avere la possibilità di scaricare in ogni momento i dati che lo riguardano da un sito.

Obblighi e sanzioni

Mentre un altro obbligo riguarda l’obbligo di dotarsi di un registro delle attività, dove elencare anche le finalità dell’elaborazione delle informazioni. Nel caso di violazioni di questo nuovo Regolamento il responsabile dei trattamenti di ogni azienda dovrà subito comunicarlo al Garante della privacy. Le imprese che non si adegueranno a questa nuova normativa saranno sanzionate. In primis con una multa fino ai 10 o 20 milioni di euro ed al 2% o 4% del fatturato, in base alla grandezza dell’azienda.

 

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